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La crisi

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Mi chiamavano schizofrenico,

ero un malato, da manuale,

ora sto steso su un filo elettrico

ché nel mio mondo non ci so stare.

 

Quarant'anni rinchiuso in me stesso,

vaso inchiodato tra i fiordalisi,

son molti a contarsi, son molti a scordarsi,

vorrei viver normale, rincorrendo la crisi.

 

Ventun'ore son tante,

tra milleduecentosessanta minuti

e settantamila secondi,

mi mancan le forze, non sento le braccia,

contando i miei battiti in attesa che affondi,

che sprofondi nel vuoto senza molti sorrisi

della fine imminente, rincorrendo la crisi.

 

Nelle vicinanze

d'una casa di cura

di nome Villa Serena,

- mi domando che vi sia

di sereno, nel ricovero

d'uomini scivolati in cancrena-,

dondolo da un traliccio

dell'alta tensione,

afferrando con dita veloci

le notizie della televisione.

 

Parte inattiva statistica

della nostra nazione

senza nessun imbarazzo,

mi son sentito in diritto

di reclamare un lavoro,

urlando: «altrimenti m'ammazzo»,

e, coerente, almeno una volta,

alla solennità dei miei avvisi

mi buttai dalla vita,

rincorrendo la crisi.

 

               [Scarti di magazzino, 2013]

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 Ivan Pozzoni - 14/12/2017 13:45:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Sono un indisciplinato cronico.

 Ivan Pozzoni - 14/12/2017 13:32:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Grazie dell’avviso! Stupidamente non mi ero accorto del limite di inserimento dei testi. Quando ho avuto tempo libero (raro), ieri sera, ho inserito 2 testi di ogni mia raccolta. Adesso mi sono organizzato, e riuscirò ad inserirle con maggiore moderazione. Ciao

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